Generalmente l'emissione di un francobollo avviene ad opera di un ente autorizzato dallo stato emittente. Dopo aver stabilito la quantità di francobolli occorrenti, attraverso la consultazione di alcuni esperti o tramite proposta popolare viene deciso il soggetto da rappresentare nella vignetta.

Nella attuale Repubblica Italiana l'emissione dei francobolli è di esclusiva competenza del Dipartimento delle Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico. Tuttavia i francobolli celebrativi e commemorativi sono autorizzati con Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dello Sviluppo economico[79]. Per i francobolli non celebrativi o commemorativi è sufficiente un decreto interministeriale tra Ministero dello Sviluppo economico e Ministero dell'Economia e delle Finanze. L'organo preposto alla decisione delle rappresentazioni delle vignette è chiamato "consulta filatelica".

In quasi tutto il mondo le vignette sono scelte da una commissione che esamina i bozzetti pervenutigli attraverso un concorso pubblico. Stabilito il bozzetto idoneo all'emissione viene dato mandato all'ente preposto di procedere alla relativa stampa.



Prima dell'istituzione della Repubblica, l'Italia ebbe un ordinamento monarchico le cui emissioni sono note come "emissioni del regno d'Italia". Sul territorio italiano vi sono poi altri tre enti non appartenenti alla Repubblica, che emettono le loro serie di francobolli, destinati soprattutto al collezionismo e quindi particolarmente curati graficamente, ma tuttavia validi come affrancatura e riconosciuti dall'U.P.U. Unione Postale Universale:

Repubblica di San Marino,
Stato della Città del Vaticano (anch'esso ha una precedente storia di emissioni come stato Pontificio ),
Sovrano Militare Ordine di Malta, S.M.O.M., unico ente non territoriale, non aderente e quindi non riconosciuto dall'UPU (ma con trattati bilaterali in materia postale con moltissimi Paesi; non possono essere usati francobolli del S.M.O.M. per la corrispondenza destinata a Paesi con cui non vi siano tali accordi, ad esempio la Svizzera[80]).

Per tale motivo quando si intende riferirsi a tutti gli enti emittenti presenti e passati ma comunque inerenti al territorio italiano si usa la locuzione "area italiana".